Alcuni clienti, residenti in Lombardia, hanno chiesto una spiegazione dettagliata sul fenomeno della risalita di umidità per capillarità, meglio conosciuto con il termine di umidità di risalita.
Per prima cosa bisogna dire che l’umidità di risalita si origina dalla presenza di acqua nel sottosuolo in abbinamento ai fenomeni meteorologici che caratterizzano le stagioni – come le piogge copiose e frequenti dei mesi autunnali -, in grado di amplificare l’effetto di risalita.
L’altro elemento che concorre al fenomeno è la capacità di assorbimento di quei materiali utilizzati per costruire l’edificio (abitazione privata, uffici, hotel, centri commerciali, aziende, etc.) che poggiano sul terreno.
I principali materiali in Italia, impiegati dall’edilizia, sono il laterizio, la pietra e il cemento armato (o calcestruzzo). Sono tutti accomunati dalla presenza, al loro interno, di minuscoli capillari (porosità) attraverso cui risale l’umidità. Il principio dice che minore sarà il diametro di questi vuoti nel materiale e maggiore sarà il livello raggiunto nel muro dall’umidità, che in alcuni casi supera anche il metro in altezza.
Tale fenomeno è di sicuro più evidente nella parte dell’anno in cui le temperature si abbassano, aumenta la frequenza delle piogge e si interrompe l’evaporazione dell’umidità.
Le abitazioni maggiormente colpite dall’umidità di risalita sono quelle non rialzate da terra, non ventilate al pian terreno o che si trovano collocate nei piani interrati ma risultano prive di scannafosso.
Per sopperire a queste mancanze costruttive ed evitare che l’umidità continui a correre sui muri, creando muffe, efflorescenze saline, degrado dell’intonaco, si interviene con la deumidificazione mediante la creazione di una barriera chimica, che avverrà con l’iniezione nella parete di DWS 1000, un idrorepellente in microemulsione che interromperà la risalita di umidità per sempre.
Si veda la foto seguente, dove si sta creando una barriera chimica impermeabile in un bagno di un’abitazione posta sul confine tra Cernusco sul Naviglio e Cassina de’ Pecchi, nell’area metropolitana di Milano.
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